Inverno, freddo e voglia di dolci.
Non è una perversione della gola, è una reazione normale alle basse temperature e alle lunghe ore di buio di questa stagione. Non a caso a questa stagione si celebrano festività a base di luci, alimenti calorici grassi e dolci. Alcune specie animali, certamente più evolute della nostra, fanno ancora di meglio e vanno in letargo.

Ma è poi così vero che dolci e alimentazione equilibrata non sono compatibili?
Un dolce alla fine è un cibo come un altro, e inserirlo in una giornata alimentare senza fare danni è ancora una questione di equilibrio. Conoscendo (e modificando) gli ingredienti si può fare.
I dolci sono fonte di abbondanti carboidrati e aumentano il carico glicemico dei pasti. Stimolano i rilascio di insulina, e il resto lo sappiamo.
Allora per rendere un dolce meno pericoloso possiamo lavorare sulla ricetta per abbassarne il carico glicemico. Come? Aumentando l'apporto di proteine, di fibre e non limitando troppo la quantità di grassi.
Possiamo usare farina integrale macinata a pietra al posto della "00".
La farina di grano saraceno è ricca di proteine, quella di avena o di segale molto più ricca di fibre.
Ma si possono usare anche fiocchi di avena interi (o grossolanamente macinati con frullino di casa). Da evitare invece amido di mais, fecola di patate, farina di riso che sono tutti ad alto indice glicemico.
La frutta apporta fibre, sapore, colore, e fa volume senza aumentare troppo l'apporto di energia.
Zucca e carote sono ingredienti insoliti ma di sicuro effetto, e in Toscana si fanno anche le torte di erbi e di zucchine (la scarpaccia viareggina).
Vaniglia, cannella, zafferano e addirittura peperoncino. Spezie che danno sapore senza fare danno.
Utile l'aggiunta di cacao amaro (fonte di fibra e proteine).
Uova e latte apportano proteine e contribuiscono all'equilibrio nutrizionale del dolce. Il latte vegetale invece (e soprattutto quello di cereali) apporta sostanzialmente solo zucchero...non ce n'è bisogno.
E a proposito di zucchero: bianco o di canna?
E' lo stesso!
Lo zucchero, sia di canna che di barbabietola ha lo stesso apporto di zuccheri e lo stesso indice glicemico. E si tratta in entrambe i casi di prodotti raffinati (perchè dalla canna allo zucchero di canna ce ne corre...).
Il miele? Ha indice glicemico più alto del saccarosio.
Il fruttosio? Non è più indicato dello zucchero comune.
In conclusione, lo zucchero è zucchero, si tratta di sceglierlo in base ai gusti (e al prezzo!) e poi metterne la minima quantità utile.

Un dolce fatto con questa filosofia diventa un alimento come un'altro, in assenza di specifiche controindicazioni ce lo possiamo permettere. Magari poi si va a a fare una girata.
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