L’anoressica/bulimica dal nutrizionista
Tra chi si rivolge al nutrizionista ci sono numerosi
soggetti con caratteristiche di DCA. Il trattamento
ambulatoriale dei pazienti affetti da DCA pone difficoltà e presenta rischi. I soggetti
con forme subcliniche
di anoressia o bulimia spesso non sono consapevoli
del loro problema e si rivolgono a noi con
la richiesta perentoria di una dieta con finalità estetiche. In questi casi può
essere difficile far accettare loro un regime alimentare appropriato.
Chi soffre di una forma più importante di DCA viene
spesso inviato dal medico curante ed è accompagnato da un familiare; di solito
è consapevole del problema
anche se non sempre motivato a risolverlo. La riabilitazione nutrizionale, soprattutto nel caso di
ragazze anoressiche in condizioni di grave sottopeso, presenta importanti
rischi per la salute che possono rendere sconsigliabile il trattamento
ambulatoriale.
Si ricorda che il biologo nutrizionista non può
prescrivere farmaci e analisi mediche né fare diagnosi ma può elaborare diete
ottimali in relazione alle condizioni di salute del paziente. Il
termine dieta, in questo contesto, deve
intendersi come “regime alimentare” o meglio ancora “stile di vita” e non come regime ipocalorico finalizzato al
dimagrimento.
Queste considerazioni rendono opportuna una selezione dei
pazienti. I criteri di selezione sono legati
alla motivazione del soggetto, alle sue condizioni psicofisiche, alla
presenza o meno di un adeguato sostegno familiare e alla eventuale presenza di
altre figure professionali di appoggio (come ad esempio lo psicologo). Non è consigliabile il trattamento
ambulatoriale di pazienti in condizioni di grave sottopeso, con forme di depressione
importanti e non adeguatamente gestite, non motivate al cambiamento ma
desiderose di perdere peso.
Il candidato ideale al trattamento ambulatoriale è
affetto da una forma lieve o subclinica di DCA, non presenta rischi immediati
per la salute ma il suo atteggiamento nei confronti del cibo
determina uno scadimento della qualità della vita e il rischio di cronicizzare e aggravare il problema.
Queste caratteristiche sono frequentissime nei dieters,
soprattutto, ma non solo, tra le giovani donne.
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