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giovedì 2 gennaio 2014

Come capire se soffro di un disturbo del comportamento alimentare

Come faccio a capire se soffro di un disturbo del comportamento alimentare?

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono in continuo aumento nelle società industrializzate e colpiscono prevalentemente, ma non solo, soggetti di giovane età, di sesso femminile e di livello culturale elevato.
Il recente Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV) a cura dell’American Psychiatric Association descrive così anoressia e bulimia.
La paziente anoressica rifiuta di mantenere il suo peso corporeo al di sopra del minimo normale per età, statura e sesso ed ha una intensa paura di ingrassare. Le anoressiche sono caratterizzate da una alterata percezione del loro corpo (dismorfofobia) e la loro autostima è eccessivamente influenzata dal peso corporeo. Un altro criterio diagnostico dell’anoressia nervosa è l’amenorrea per almeno 3 cicli mestruali consecutivi. Le pazienti anoressiche limitano drasticamente la loro alimentazione; in alcuni casi vanno incontro ad abbuffate alimentari seguite da condotte di eliminazione, come il vomito autoindotto o l’uso improprio di lassativi o diuretici, per evitare l’aumento di peso.

La bulimia è caratterizzata da ricorrenti abbuffate alimentari. Si definisce abbuffata un pasto in cui il soggetto consuma, in un dato periodo di tempo, una quantità di cibo nettamente superiore a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e in simili circostanze. Durante l’abbuffata il soggetto ha la sensazione di perdere il controllo di ciò che mangia e di non riuscire a smettere di mangiare. Il soggetto bulimico, che presenta di solito un peso corporeo vicino alla normalità, si dedica a ricorrenti ed inappropriate pratiche compensatorie per prevenire l’aumento di peso (vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici, digiuni, esercizio fisico eccessivo e uso di farmaci per perdere peso). In un soggetto bulimico le abbuffate e le relative condotte compensatorie si verificano in media per almeno 2 volte alla settimana, per un periodo di tre mesi. Infine, anche nei soggetti bulimico il livelli di autostima sono eccessivamente influenzati dal peso corporeo.
Questi criteri diagnostici riguardano le fasi più avanzate della malattia ma in molti soggetti i sintomi sono più sfumati. Si possono considerare atteggiamenti tipici dell’anoressia l’eliminare dalla tavola alimenti importanti e di largo consumo, come il pane e la pasta o l’olio di oliva, seguire diete rigorosamente macrobiotiche o vegetariane e anche la rigorosa ortoressia.
Sono atteggiamenti di tipo bulimico: mangiare pochissimo ai pasti principali e molto fuori pasto, magari di nascosto; alternare periodi di rigido controllo ad abbuffate nel fine settimana o nei periodi di vacanza, sentirsi in colpa ogni volta che si mangia qualcosa di non previsto.

Comportamenti di questo tipo sono molto frequenti nei soggetti che si rivolgono al nutrizionista e sono la spia di un disagio che se non opportunamente affrontato e gestito può sfociare in un disturbo più grave.  

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