Se mi metto a dieta divento anoressica???
E’ opinione
diffusa che il seguire una dieta dimagrante sia un comportamento a rischio che
può provocare, in soggetti predisposti, l’instaurarsi di un disturbo del
comportamento alimentare di tipo anoressico o bulimico.
In effetti le
persone sottoposte a una dieta ipocalorica hanno molte caratteristiche in
comune con chi soffre di DCA .La biologia della restrizione calorica nell’uomo è
stata descritta negli anni ’50
dall’esperimento condotto da Ancel Keys, noto come esperimento del Minnesota. In tale studio 36 uomini giovani e in buone
condizioni di salute sono stati sottoposti ad un regime alimentare ipocalorico
bilanciato che apportava circa la metà del loro fabbisogno energetico stimato,
per un periodo di 6 mesi. Durante lo stesso periodo furono monitorati i
cambiamenti fisici e psicologici provocati dalla dieta. I soggetti persero
circa il 25% del loro peso corporeo e andarono incontro a reazioni fisiche,
psicologiche e comportamentali drammatiche.
- Insonnia e disturbi del sonno
- Astenia e ipotermia
- Disturbi gastrointestinali
- Ridotto metabolismo basale e ridotta capacità di compiere un lavoro fisico
- Ossessiva preoccupazione nei confronti del cibo, collezione di ricette, libri di cucina
- Abitudine di preparare di piatti gustosi ed elaborati riservati a familiari e amici
- Abuso di spezie, aceto e limone
- Eccessivo consumo di caffè, tè e bevande bollenti.
- Abuso di caramelle e gomme da masticare
- Perdita di controllo nell’alimentazione, fino all’abbuffata
Queste reazioni
sono comuni ai dieters e ai soggetti
che presentano disturbi del comportamento alimentare e in entrambi i casi sono legate alla
deprivazione calorica. Questo
insieme di cambiamenti può essere interpretato come una risposta adattativa dell’organismo
alla scarsità di nutrimento.
D’altra parte,
in ambiente medico si prescrivono abitualmente diete con apporto calorico simile
a quello assunto dai volontari del Minnesota, per il trattamento del sovrappeso
e dell’obesità, condizioni che non possono essere trascurate. Per far dimagrire
un paziente è necessario imporre un deficit energetico che si realizza con una diminuzione delle entrate energetiche
ed un aumento delle uscite.
Si pone
quindi il problema di come ottenere questo obiettivo senza provocare nel
paziente reazioni avverse come l’anoressia e la bulimia.
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